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BLU ELETTRICO

by Alessio

 – E’ sempre la stessa storia! Non basteranno altre cento generazioni passate sotto questo cielo per vedere le cose cambiate una buona volta. Rimarremo sempre schiavi delle piccolezze! Dove è andata a finire?
Roy Mc Bowl non era tipo da fare allusioni. Quello che pensava lo diceva. La paura per le conseguenze delle sue parole non veniva contemplata dal suo genio. Anche ora che non trovava il contenitore del suo ultimo intruglio. I fatti, quelli si che avrebbero cambiato la storia una volta per tutte, ed è su questi che cercava di far leva usando il fulcro del suo ingegno.

Electric__by_Ann_artSebbene le sue capacità pratiche e teoriche fossero più che gelosamente riconosciute presso la White & Black industustries, chissà come i dirigenti avevano sempre avuto l’ impressione che la fortuna aiutasse non poco il buon Roy durante le dimostrazioni pratiche delle sue invenzioni a cui assistevano ogni anno le grandi multinazionali della tecnologia. Per questo motivo ne organizzavano sempre una ufficiosa tra le mute pareti del laboratorio qualche mese prima di quella ufficiale in cui poter valutare le reali capacità dell’ultima trovata di Roy. Dopo la Plastic Redow (un tessuto facilmente lavorabile che per mezzo di cariche elettrostatiche ovviava a fastidiose cuciture senza per questo essere meno resistente), e la vernice post-colorante (che sotto il marchio W&B avrebbe da li a poco rivoluzionato il mondo dell’arte in base agli usi creativi che sicuramente molti sarebbero riusciti a farne), Simon Les Pois e Mark Egard, comandanti in prima dell’impero W&B, si chiedevano quale geniale invenzione li avrebbe nuovamente inondati di quattrini: il puro spirito filantropico non era certo in cima alla lista degli obiettivi della loro azienda.

Trovata finalmente la boccetta contenente il liquido bluastro, all’apparenza denso e viscoso, Roy si rassettò per la dimostrazione. Quei pochi capelli bianchi li portava con un certo stile, ordinati ma vissuti come le rughe sul suo volto, anche se il suo aspetto non rendeva giustizia alla sua ingegnosità. Incontrato per strada risultava nulla più che comune uomo sulla settantina, anonimo nel suo incedere, ma il camice bianco da laboratorio lo avvolgeva di un’ aurea mistica che lo accomunava più ad un sacerdote che ad uno scienziato.

– Meno male, credevo di averla persa! Signor Les Pois, signor Egard, ben arrivati. Non metterò la vostra pazienza alla prova neanche per un minuto in più del necessario, e passerò subito alla dimostrazione pratica della mia ultima trovata. La W&B industries sarà lieta di presentare al prossimo meeting aziendale la prima e unica reale alternativa al Viagra!

Roy che aveva usato tutto l’entusiasmo possibile nel pronunciare la declamazione, era ora muto descrivendo sul suo volto un sorriso tanto sincero quanto ebete, aspettandosi una qualche forma di plauso. Il ristretto pubblico formato dai i due industriali ricambiò il favore con altrettanto silenzio e con lo stesso sguardo ebete, accompagnato però da uno stupore a bocca aperta con tanto di sopracciglio inarcato. Simon Les Pois e Mark Egard si lasciarono guardarsi a vicenda come per avere la conferma dell’assurdità che avevano udito, ma fu il primo a prendere parola e a rompere il silenzio che da almeno un minuto asfissiava il laboratorio – Prego? – tradendo in falsetto il suo stupore, mantenendo l’ebetismo sul suo volto. – Credo di essere stato abbastanza chiaro, signor Les Pois – disse lo scienziato – ho scoperto un nuovo aiuto scientifico a tutte le difficoltà sessuali!

– Si sente bene, dottor Mc Bowl? – sentenziò Mark Egard saltando in piedi dalla sedia – O sta semplicemente prendendoci in giro? Non siamo mica un’azienda farmaceutica! Lavoriamo sulla tecnologia, per dio! –

-Lungi da me perdere il mio prezioso tempo con giochetti del genere, signor Edgar! – si affrettò a rispondere Roy – Lavoro per voi da venti anni, e conoscete benissimo la mia serietà e la mia dedizione per il mio lavoro. Mi sono imbattuto in questa invenzione per caso e non vedo per cui non avrei dovuto studiare la cosa.

Lo stupore si tradusse in riflessione, e i due manager erano in simbiosi ormai nelle loro espressioni. Quel che affermava il dottor Roy rispondeva a verità: la sua inventiva non aveva mai avuto rivali e si era dimostrata sempre infallibile in quegli anni, e non dimeno un po’ tutte le invenzioni presentate in quegli anni avevano dovuto rompere una certa diffidenza in loro. – E sia! – disse tornando a sedersi Mark – proceda pure! Ma faccia attenzione a non approfittare della sua fama.

– Grazie per la fiducia! – Riprese calmo lo scienziato – La mia non è definibile come una vera e propria invenzione, è stata nelle fasi del mio studio più una scoperta. D’altronde la serendipità è una situazione abbastanza comune tra gli scienziati. Si, serendipità! Non fatevi ingannare dal suono difficile, vi prego. E’ un neologismo alquanto semplice e abbastanza comune nella ricerca scientifica e pressappoco vuol far intendere cercare un ago in un pagliaio e trovarci dentro la figlia del contadino. La scoperta risale agli studi sulla vernice post-colorante. Come ben sapete essa non è altro che un liquido viscoso trasparente che assume la colorazione in base alla quantità di luce ultravioletta che la fa asciugare e con i nostri pennelli a torcia anche un bambino è capace di comprendere la comodità di questa invenzione. Avevo notato che lo spettro di luce usato per creare il blu elettrico necessitava di un tempo troppo lungo per far compiere il “miracolo” della colorazione, quindi studiai la cosa e ne trassi le mie deduzioni perfezionando la mia scoperta.

Aggiunsi quindi alla soluzione della vernice un “acceleratore” nella frequenza del blu a base di un potente acido, ma che risultasse in definitiva completamente innocuo nel legarsi chimicamente alla vernice. Quando feci dei test nella colorazione del blu elettrico di un piano di un metro quadro di grandezza, la colorazione fu quasi immediata ma la reazione all’ultravioletto fu una istantanea evaporazione dell’acido, il quale essendo più leggero della soluzione si pone sempre all’esterno della vernice quando la si spande su di una superficie. Poco male, pensai. Avevo semplicemente sbagliato qualcosa nei calcoli, ma la stanchezza mi portò verso casa nel giro di mezz’ora. Ci avrei pensato con calma il giorno dopo.

Lo stupore fu il comun denominatore di tutta la serata per mia moglie quella sera. Tornato a casa rimasi scioccato dallo spettacolo che mi si poneva dinnanzi ai miei occhi: lei, l’unico amore della mia vita, lo teneva stretto a se con mano ferma e lo guidava con la sua mano accarezzando la sua maglietta intima in sbuffi di piacere. Stirava! Semplicemente stava stirando! Abbiate un attimo di pazienza, riconosco l’assurdità di questa affermazione ma il solo ricordare ammetto che mi emozioni ancora non poco. Il fatto è che in quel momento quella visione attanagliò uno ad uno i miei ormoni (non saprei che altra figura retorica usare, vi giuro). In quel momento nessuna allucinazione sfocava la mia vista, solo un fiero sentimento che tutto muove! Nonostante in quei secondi la mia ragione non smetteva di porre domande a se stessa, cercai di contrastare in un primo momento la mia natura animale, rimanendo tremante nel centro sull’uscio. Puro e semplice desiderio che vivo pulsava nelle mie vene e nei capillari dei miei occhi, i quali rimasero imbarazzati anche quando mia moglie mi chiese “Amore, ma che succede? Ti senti bene?”. Con un gesto muto accennai a stirarmi la giacca, ricomponendo quello che era rimasto della mia aurea di sessantenne, ma in quei secondi non riuscii a fare altro che continuare a bruciare, e mi avventai su mia moglie dedicando ai suoi vestiti lo stessa feroce ardore che un galeotto riserverebbe ad un pasto natalizio in una casa dell’ Ohio dopo vent’anni di sbobba carceraria –

Si strinse nelle spalle come per caricarsi di coraggio e continuò – Devo ammettere che la mia situazione sentimentale soffriva già da alcuni anni…sapete, deficienza in passione, monotonia diffusa nella vita quotidiana casalinga. Ma non quella notte, in cui ci trovammo di nuovo come ragazzini. L’ amore ci bruciò dentro facendo man bassa di ogni forza residua della nostra età avanzata. Finito l’effetto legai indissolubilmente la mia scoperta a la mia prestazione notturna che fu a dir poco… – si fermò incerto nel racconto, abbassando gli occhi che man mano erano arrivati a fissare le proprie scarpe, ma finì fissando di scatto davanti a se

-…si insomma, suvvia! Siamo uomini di mondo, no? Non credo abbia rilevanza scientifica il completare il quadro della questione, sicuro del fatto che menti preparate e vissute come le vostre non necessitino di ulteriori spiegazioni. Ciò che importa è che ho provato il nesso chimico-fisico tra questa sostanza e la natura umana! Disinibizione sciolta da qualsivoglia vincolo sociale e razionale. Relazione unicamente sessuale! Non agendo solo sulla “intraprendenza meccanica ” dell’uomo (non so se mi sono spiegato) ma sul desiderio vero e proprio! Certo va riequilibrato un po’…ma gli ultimi test confermano tutto guardate – porse ai due una cartella scialba, che raccoglieva schede, diagrammi, equazioni: cose che per i due manager non avevano né capo e né coda .

– Ed eccoci oggi, potenti possessori di una sostanza che fino a qualche tempo fa avrebbe potuto avere solo del magico per giustificarne l’esistenza. Capite la potenza della cosa?

Il direttorio lì rappresentato da Les Pois ed Egard, durante il monologo si era convinto parola dopo parola, frase dopo frase della buona fede del protetto, ma fu il secondo (che era di sicuro il più ferrato in finanza tra i due) che mettendosi di scatto in forza sulle gambe e scippando di mano l’ampolla fissandone il prodigioso contenuto si pronunciò – Siamo ricchi oltre ogni immaginazione! Lei è un puro genio, il Leonardo del ventunesimo secolo! – baciando l’ampolla e facendola saltare pericolosamente da una mano all’altra nell’ ebrezza della felicità. I due si abbandonarono a comuni abbracci degni delle migliori cheerleader di una partita di football e stavano ancora gustandone il piacere quando Roy prese parola nella foga – Ora non ci resta che ritirare la vernice post-colorante dal mercato e focalizzare le nostre forze sul possibile mercato del siero. Ancora sorridendo di buon gusto Edgar rispose – E perché mai togliere dal mercato un così valido prodotto? – baciando insistentemente la provetta di vetro – Lei non ha ben inteso forse. Quello è l’antidoto. Ci servirà a rimanere immuni dagli effetti e affrontare una possibile emergenza (cosa che reputo improbabile comunque).

Con stupore i due in coro – Quale emergenza? – e lo scienziato continuò – La faccenda di mia moglie è successo solo ieri notte, e solo stanotte ho collegato il nesso tra l’acido e la mia reazione. Dopo diversi studi…oh al diavolo gli studi! L’acido in questione è già presente nella vernice, le sto dicendo. Per fortuna che ho studiato subito il modo di annientare il siero. Le ultime quarantotto ore sono state così emozionanti. Sono sicuro che non c’è da preoccuparsi. Se non erro abbiamo avviato la commercializzazione in via sperimentale da poco, con una sola azienda pilota giusto? La Partinson&Sons se non vado errato.

Interruppe Egard afferrando i radi capelli brizzolati rimasti sul suo capo dopo cinquant’anni di vita – Siamo rovinati! – strabuzzando gli occhi con orrore Egard riprese – Quella ditta ha lavorato al nuovo affresco della Cattedrale di Saint Patrice, dopo l’incendio di cinque anni fa! C’è la presentazione questa sera stessa! Donne, mariti, amici, famiglie, sacerdoti, monache, lo stesso vescovo in persona! Mezza città accorrerà nell’edificio ad assistere alla presentazione ufficiale dell’opera… –

– …e l’altra metà domani leggerà sui giornali un vero e proprio casino! – concluse Les Pois

Ma Roy rassicurò – Oh ma non c’ è da preoccuparsi, la sostanza si libera nell’aria nei pochi secondi della colorazione con le lampade ultraviolette. Tutt’al più solo i pochi artisti che hanno lavorato all’opera avranno subìto l’effetto del siero, con la benedizione delle loro mogli e fidanzate – sorrideva fiero della sua barzelletta.

– Pazzo di uno scienziato! Abbiamo invitato la ditta, per motivi pubblicitari, a completare l’ultima fase dell’opera, durante la sera della presentazione ufficiale! Chiunque sarebbe rimasto incantato nel vedere apparire un opera d’arte così imponente in pochi istanti! Oddio, la natività con tanto di cielo stellato! – L’ultima fase dell’opera? – domandò il dottor Roy – La colorazione, dannazione! La colorazione!! – Oh mio…credo che la pubblicità nei giorni avvenire non mancherà di certo! – concluse Roy nascondendo il volto con ambe le mani.

Alessio

– Distrugga tutto, dottor Roy! Non deve rimanere neanche una goccia del siero, nessuna prova che la causa del caos possa essere ricondotta in qualche maniera alla nostra vernice. Noi cercheremo di trovare un modo per rimandare la serata. – Les Pois parlava vagando confuso per la stanza, grattandosi la testa con feroce nervosismo – Una telefonata anonima! Si, si! Anzi no, una bomba! – ma aveva già infilato l’uscio di gran carriera.

Mark Egard rimase lì attonito, con insensata calma quasi a equilibrare il furore del suo collega e avvicinandosi a Roy con surreale voce baritonale – Io credo ancora fermamente che lei sia un genio. Prima di disfarci di tutto, ehm…non avrebbe mica qualche fiala di quel siero da donarmi dottore? – lasciando scivolare le dite della mano sulle labbra. -Passi a casa mia stasera stessa, ne porterò un paio di flaconi dopo aver dato fuoco a tutto. Naturalmente conto sulla sua discrezione signor Egard. – Non una parola – rassicurò pregustando, il dirigente – non una parola.

Alessio

Il Mare, un bambino e suo padre

by Alessio

 
Una veloce lettura
 

Da bambino mi chiedevo cosa ci facesse il mare sotto il cielo, come facessero a non mescolarsi e a diventare un solo velo. Mi chiedevo davanti a quel mare cosa ci stesse a fare tra gli scogli l’ orgoglio e il sudore di mio padre. Così gli chiesi i perché ed i motivi di quei colori tanto vivi, e lui:“Ale gli ho chiesto la parola, ma in fondo lui non ha memoria!”

Chissà al mare cosa chiederà chi non ha la voce di mio papà?

Son cresciuto e non mi chiedo cosa ci faccia il mare sotto il cielo, le stagioni son passate lasciando il mio mento lungo e nero. Ma ripenso a quel giorno sul mare e mi metto a cantare le parole lasciate nel vento dalla frase di mio padre. Ma mi basta che sia una chimera con dietro una scia, lasciata tra gli scogli dalle onde in quel mare che ancora  non mi risponde.

 Chissà al mare cosa chiederà chi non ha la voce di mio papà?

Alessio

UN CAINO IN MENO

by Alessio

Dici che non farà male, ma non hai mai avuto il piacere di chiederlo a chi l’ha provato scommetto. “Hai un conto in rosso”, questo è tutto ciò che il giudice decreta, ma il modo per farti pagare lo trova: duemila Volt e dieci secondi per cavalcarli. Io che ho ammazzato per follia, ora vengo giustiziato…mi sembra giusto! Secondino, passami il flauto!

Si signore, il flauto!foto di Angelo Di Pietro tratto dalla mostra "La camera scura" L’ultimo mio desiderio è suonare una ninnananna, che c’è di strano? Un assassino può avere mille sfumature, alcune più rosee di quanto tu possa credere! Puoi dire un Ave Maria se vuoi, io pregherò solo che il demonio non mi porti via. Mamma e Papà, chiedo solo il vostro perdono e che il mio destino non anneghi il ricordo di quando potevate ancora tenermi per mano e vi chiedevo il perché di ogni bellezza di questo mondo balbettando con la mia boccuccia, la stessa che sta gridando ora. C’è un prezzo per tutto, basta solo capire quanto sia facile per questa società far pagare senza possibilità di finanziamento a lungo termine. Abbracciatemi vi prego, nonostante il dolore che soffoca questo braccio della morte.

Maledetti figli di città storica cantata negli antichi libri greci e latini! Pagherei volentieri il mutuo che ho accettato con quel gesto scellerato, sopportandomi allo specchio ogni mattina, purtroppo me ne sono rimaste solo un paio di albe. Lo so che stai pensando, non credere! “Potevi pensarci prima! E quel poveraccio che hai ammazzato e ha finito di vedere le sue albe da un pezzo?”.

Io ho vissuto in un mondo dove tutto è così labile e privo di senso nonostante tu chieda aiuto! Colpa mia. Quando perdi tutto nella vita o peggio non sei mai riuscito ad avere niente, neanche quello che ti spetta per diritto come la dignità, ti convincono che l’unico modo è farsi furbi e osare! Tanto basta per sbilanciarti e cadere al primo e ultimo errore.

Sai che ci sarà la moglie con i figli ad assicurarsi che io soffra? Mi chiedo se il Diritto abbia pensato anche a quei bambini. Io non di sicuro, ed è per questo che sarò lì sulla sedia di fronte a loro. Prenderne uno per educarne cento. Ma non ci sono abbastanza bambini a questo mondo per rispettare questa proporzione, contando quanti come me avete portato a pagare il loro debito con la vita.

Il cappellano dice che il primo che ammazzò fu marchiato a vita. “Marchiare” e “Vita”. Io come tutti gli altri ho diritto solo a subire il verbo.

Tanto meglio, una Caina in meno! Si, scommetto che fino ad ora non hai mai pensato che ci potessero essere anche donne qui nel braccio della morte.

Risulta più facile accettarlo immaginando un uomo, vero?

Alessio Vitelli